Quali piastrelle prediligere per il pavimento in cucina

- 11 settembre 2020

Cosa sapere prima di scegliere il pavimento per la cucina

Come scegliere il pavimento della cucina?
Questa finitura riveste un ruolo importante nel progetto d’arredo della casa, in quanto al momento della scelta entrano in ballo tutta una serie di fattori funzionali ed estetici da tenere in seria considerazione.
Grazie alla consulenza del nostro architetto, forniamo ora le indicazioni di base per una scelta azzeccata:

  • il pavimento deve essere facilmente lavabile, in quanto, essendo soggetto ad un uso frequente, dovrà essere costantemente igienizzato;
  • resistente allo sporco (macchie di grasso e olio devono essere semplici da eliminare);
  • resistente all’umidità e alle infiltrazioni d’acqua, quindi dovrà essere completamente impermeabile;
  • resistente a sollecitazioni, urti e graffi;
  • il rivestimento dovrà essere abbinato con gusto ai mobili della cucina, alle porte, alle finiture parietali, al fine di valorizzarli;
  • dovrà essere adatto alla dimensione della stanza. Dovrà quindi essere capace di correggendone particolari difetti geometrici, ridimensionando otticamente, con il suo colore e il suo formato, la grandezza dell’ambiente.

Quali sono quindi i materiali più utilizzati?

  • gres porcellanato: indistruttibile e resistente. Ampia è la gamma di finiture e formati;
  • resina e microcemento per una superficie continua e moderna, senza fughe e deboli punti di giunzione;
  • legno: per dare continuità a tutti gli ambienti di casa. È un materiale naturale e per questo molto delicato, che necessita di attenzioni particolari;
  • marmo e pietra naturale, due soluzioni di grande stile, ricercate, pregiate e costose;
  • cotto, intramontabile finitura di gusto rustic chic, naturale, calda e materica;
  • PVC e laminato: pratici, economici, funzionali.

Rapida guida alla scelta dello stile perfetto

Una volta stabilito che il pavimento della cucina deve essere particolarmente performante, andiamo ora ad approfondire il tema stilistico ed estetico, cercando di capire quale mood attribuire alla nostra zona giorno.

Analizziamo i gusti più di tendenza offrendo anche qualche consiglio utile per abbinare con stile il pavimento alla cucina:

  • moderno minimalismo: la cucina è sobria, essenziale, priva di maniglie e scevra di sofisticazioni. Il rivestimento ideale ha una superficie il più possibile continua e caratterizzata da toni naturali. La pietra naturale o il gres effetto pietra sono da adottare con omogeneità sia a terra che a parete per ridurre il più possibile il quantitativo di finiture e tonalità cromatiche;
  • industrial e urban chic: le piastrelle effetto cemento, la resina, ma anche il bagliore del gres effetto metallo evocano un’atmosfera ruvida e vintage, da abbinare a mobili scuri, in legno grezzo o termotrattato e ad arredi freestanding (in acciaio) dall’aspetto professionale;
  • classica eleganza: il marmo è di certo la scelta vincente, sia in versione naturale che nelle moderne varianti offerte dalle grandi lastre in gres effetto marmo, perché con le sue variazioni cromatiche, i suoi riflessi e i giochi di luci ed ombre definisce con carattere sofisticato gli spazi. La pietra potrebbe “salire” sul piano di lavoro grazie a piastrelle dal formato maxi ma dallo spessore mini, definire un’isola operativa a centro stanza e abbinarsi a legno laccato o in essenza;
  • country e provenzale: le cementine, le maioliche e il cotto, con il loro formato ritmico e regolare, con le loro sfumature calde ed accoglienti, con le loro decorazioni provenienti dal passato, rappresentano materiali della tradizione, adatti ad un contesto romantico e rurale. Il cotto, soprattutto se fatto a mano, mostra una varietà di formati e colori sorprendenti. Le tonalità della terra predominano (giallo, rosa, rosso e marrone). Rustico, materico, resistente ai graffi e alle abrasioni, il cotto, grazie a speciali trattamenti idro-olerepellenti, risulta pratico anche in cucina. L’abbinamento con mobili in legno è di sicuro effetto. Ma per un total look d’altri tempi è possibile anche realizzare artigianali cucine in muratura su misura sempre nello stesso materiale.

Perché le piastrelle in gres sono adatte alla cucina?

Il gres porcellanato è di certo il pavimento più usato per rivestire la cucina. Perché?
Per una serie quasi infinita di fattori che andiamo subito ad analizzare:

  • alta resistenza meccanica: non si scalfisce e non si usura con semplicità. Si tratta infatti di una ceramica a pasta dura, molto compatta che se ben trattata può durare molto a lungo nel tempo;
  • impermeabilità: è un materiale non poroso per natura, perfetto per ambienti umidi;
  • facilità di pulizia: la detersione costante non provoca variazioni di colore e la sua non porosità evita che le macchie penetrino in profondità;
  • formati e spessori eterogenei: le evolute tecniche di lavorazione permettono la creazione di grandi lastre, di formati decorativi e pezzi speciali, ma anche di spessori ultra sottili vincenti nelle ristrutturazioni in cui non è possibile demolire il vecchio pavimento;
  • infiniti effetti cromatici e materici: il gres è capace di riprodurre con veridicità qualsiasi aspetto, texture, grafismo e materiale naturale. Gli effetti più richiesti sono: legno, pietra naturale, marmo e cemento;
  • ampio range di costo d’acquisto: possiamo trovare piastrelle economiche da 10 euro/mq come pure soluzioni sofisticate e di alta qualità da 80 euro/mq;
  • semplicità di montaggio: la posa in opera delle piastrelle ceramiche è alla portata di qualsiasi operaio anche non specializzato. L’uso della colla idonea, la perfetta preparazione del sottofondo, la precisione nel taglio delle lastre e l’esecuzione a regola d’arte consentono una lunga durata delle pavimento e la sua perfetta resa estetica. Per questo si consiglia di affidarsi a ditte specializzate;
  • adattabilità a qualsiasi stile d’arredo: è proprio la varietà estetica e le infinite soluzioni decor a permettere l’uso trasversale di questo materiale all’interno di ogni stile d’arredo;
  • possibilità di essere usato anche come paraschizzi. Molti brand hanno realizzato collezioni di piastrelle adatte sia a superfici orizzontali che verticali, al fine di conferire armonia ad ogni progetto d’arredo.

Nella gallery mostriamo:

  • collezione Mystone Bluestone di Marazzi che evoca la bellezza della pietra di Soignies, disponibile in tre colori e tre superfici, come la nuova superficie velvet. Non mancano mosaici 3D e spessori maggiorati per dare continuità a spazi “in” e outdoor comunicanti;
  • Casalgrande Padana presenta Country Wood, l’effetto legno caldo e avvolgente, in una ricca gamma di colori naturali (cinque le tonalità, tre i formati);
  • è effetto cotto la piastrella Deco Grey collezione Firenze di Fap Ceramiche dal sapore retrò (formato esagonale per otto espressioni cromatiche).

Quali formati? Quali colori?

Formato e colore: due elementi che coinvolgono aspetti di tipo pratico ed estetico, che intercettano considerazioni più ampie, come la grandezza della stanza, le finiture dei mobili e delle pareti.
Come scegliere dunque dimensione e tonalità cromatica delle piastrelle della cucina? Ecco alcuni consigli:

  • formato: piccolo e quadrato o grande e rettangolare? Ritmico ed esagonale oppure caratterizzato da una superficie continua? Più la dimensione è piccola più saranno numerosi i punti di discontinuità (le fughe delle piastrelle) e più difficile sarà la gestione della casa in termini di igiene e manutenzione. Se la stanza ha una superficie contenuta, una mattonella mini permetterà di ridimensionare l’ambiente, rendendolo più ampio. Anche la posa in diagonale permette lo stesso gioco ottico. Piccole piastrelle su piccola cucina uguale meno sfrido (parte di rivestimento che viene persa durante la posa in opera a causa di geometrie irregolari, colonne, nicchie ed elementi di discontinuità). Si sconsiglia quindi il formato maxi in angoli cottura e tinelli. Meglio giocare con tappeti di piastrelle decorative dal formato compatto. Via libera alla creatività invece in caso di ambienti open space e cucine abitabili di grandi dimensioni;
  • colore: il primo consiglio da dare è quello di creare una moodboard in cui convogliare tutte le finiture della cucina, le decorazioni, i colori scelti per mobili, vernici e pavimenti, al fine di creare la giusta palette cromatica che renda l’ambiente armonioso e a misura dei nostri desiderata. Oggi in commercio le cromie, le sfumature, le decorazioni sono davvero tante e decidere non è facile. Più la tinta è scura più lo sporco si mimetizza, più è chiara più donerà luminosità ad uno spazio angusto e difficile da arredare. Il consiglio in più è quello di selezionare un paio di campioni di prodotto e portarli a casa. Valutate come la luce incide sulla superficie del pavimento, come questo si sposa con la cucina (se questa è già montata), o con le finiture delle stanze limitrofe, del paraschizzi e dei muri. Eviterete scelte di pancia poco azzeccate.

Abbiamo selezionato tre diversi formati di piastrelle (vedi gallery) per tre diversi mood e risultati estetici:

  • grandi lastre modello Norr 2.0 di Mirage, con texture ispirata alla pietra Ceppo di Grè, dalle tonalità grigie (i formati più grandi hanno dimensioni 160x320 e 120x278 cm);
  • cementine in gres Bisazza (formato 20x20 cm) modello Gustav Marquinia di Carlo dal Bianco dal mood sofisticato e ricercato;
  • resina Spaziocontinuo di Litokol per superfici senza soluzione di continuità che eliminano il problema del formato e del reticolo delle fughe, da posare anche senza demolire il vecchio pavimento. Applicabile anche su pareti e altre superfici da rendere continue e impermeabili.

La certificazione UPEC per le piastrelle del pavimento

Come capire se il pavimento che abbiamo adocchiato è adatto alla cucina?
Al di là dell’aspetto visivo e tattile, è importante capire il valore prestazionale del prodotto. Per farlo è possibile far riferimento alla certificazione UPEC a cui sono sottoposte le pavimentazioni.
Tale classificazione permette di conoscere l’appropriatezza del prodotto rispetto alla destinazione d’uso dell’ambiente. Cerchiamo quindi di entrare nel dettaglio e conoscere il significato di questo acronimo:

  • U: usura al calpestio, un valore che va da 2 a 4 e che dipende anche dall’aspetto estetico che la superficie del pavimento assume dopo intense sollecitazioni dovute al passaggio di persone. Un prodotto U3 ad esempio è adatto agli ambienti domestici;
  • P: resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Resistenza alla caduta di oggetti, al trascinamento degli stessi sulla superficie, ecc., con valori che vanno da 2 a 4s. Per i locali domestici sono consigliati prodotti P3;
  • E: reazione alla presenza d’acqua sul pavimento. Come si comporta questo al lavaggio;
  • C: resistenza alle sostanze chimiche, da zero a due, con un massimo di tre per casi eccezionali, tipo pavimenti tecnici per laboratori.

Per ottenere la classificazione, l'articolo viene sottoposto a specifici test da parte di un ente preposto, il CSTB: l'organizzazione nazionele francese di ricerca, innovazione e certificazione nel settore delle costruzioni.
Per capire quale materiale scegliere per un particolare ambiente (tipo la cucina) basta trovare quello con valori uguali o superiori a quelli attribuiti al locale di destinazione.
Per semplificare, potremo dire che le piastrelle più performanti sono quelle in gres porcellanato a tutta massa.
In foto di Noceram la piastrella effetto cemento Petitot in gres porcellanato colorato in massa. Il formato 60x60 è classificato U4 P4+ E3 C2.

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