- 10 maggio 2019

Di quale detrazione fiscale si può usufruire per il rifacimento del bagno

È arrivato il momento di ristrutturare il bagno, vi state interrogando sui costi e temete che siano molto alti? Cominciamo con una buona notizia: è possibile usufruire di una detrazione fiscale. Anzi, le agevolazioni per il rifacimento del bagno sono due. La prima è il Bonus ristrutturazioni, la seconda il Bonus mobili.

Il Bonus ristrutturazioni consiste in una detrazione pari al 50 per cento delle spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2019, con un limite massimo di spesa di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare; per le somme pagate a partire dal primo gennaio 2020, invece, la percentuale scenderà al 36 per cento e il tetto massimo a 48.000 euro.

Il Bonus ristrutturazioni è cumulabile con il Bonus mobili, cioè una detrazione Irpef del 50 per cento per l’acquisto di mobili destinati a un immobile oggetto di ristrutturazione; quindi, nel nostro caso, destinati al bagno rifatto o da rifare. “L’agevolazione – si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate - è stata prorogata dalla recente legge di bilancio anche per gli acquisti che si effettueranno nel 2019, ma potrà essere richiesta solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato a partire dal 1° gennaio 2018”.

I costi di rifacimento di un bagno

E veniamo al dunque: quanto costa rifare il bagno? Non si può fare una stima assoluta, perché dipende non soltanto dalle dimensioni dell’ambiente, ma anche dalla tipologia di lavori necessari. Ristrutturare il bagno significa procedere con uno o con tutti i seguenti interventi:

  • Sostituzione dei sanitari.
  • Sostituzione dei pavimenti.
  • Sostituzione dei rivestimenti.
  • Rifacimento delle tubature e dell’impianto idraulico.
  • Rifacimento o modifica dell’impianto elettrico.
  • Sostituzione della rubinetteria.
  • Tinteggiatura delle pareti.


Nel caso in cui si decida di sostituire le piastrelle e i sanitari, si aggiungono le spese per la demolizione; la rimozione del pavimento e del massetto, ad esempio, costa fra i 20 e i 50 euro al metro quadrato. E bisogna tenere presente che, se l’appartamento si trova a un piano alto senza ascensore, è più difficile trasportare i materiali e quindi i preventivi lievitano.

A questo proposito vogliamo sottolineare che la varie ditte possono proporre preventivi anche molto differenti, quindi il nostro suggerimento è di consultarne più di una prima di decidere a chi affidare l’incarico in questione.

Naturalmente, molto incide anche il costo degli eventuali nuovi sanitari. Per darvi un’idea, comunque, diciamo che il costo del rifacimento totale di un bagno varia dai 2.500 (se è piccolo) ai 7.000 euro tutto compreso. Ma ricordatevi delle agevolazioni fiscali che vi abbiamo illustrato nel paragrafo precedente.

Il rifacimento bagno è un intervento di manutenzione ordinaria o straordinaria?

Sarebbe un errore pensare che il Bonus ristrutturazione e il Bonus mobili spettino a chiunque decida di rinnovare il bagno; lo Stato concede infatti queste agevolazioni fiscali soltanto se gli interventi sono qualificati come manutenzione straordinaria.

Ciò significa che se dovete semplicemente sostituire i sanitari, non avete diritto ad alcuno sgravio. In altre parole, si può accedere ai bonus in caso di interventi sugli impianti del bagno già esistenti e interventi relativi alle murature (quindi quando, per esempio, si decide di rinnovare la pavimentazione). Il rifacimento del bagno totale, naturalmente, rientra nella manutenzione straordinaria.

Facciamo altri esempi: la sostituzione della rubinetteria e la tinteggiatura delle pareti si inquadrano negli interventi di manutenzione ordinaria, così come la diversa disposizione dei sanitari e la sostituzione della vasca con un box doccia. Gli interventi per mettere a norma l’impianto idrico e/o elettrico del bagno rientrano nella manutenzione straordinaria e sono detraibili.

4 consigli utili per rifare il bagno

Concludiamo questa guida con 4 consigli utili per chiunque decida di rifare il bagno:

  • Se il progetto non comprende l’installazione di nuove tubature, è bene far controllare quelle già esistenti e assicurarsi che siano in buono stato, per evitare di fare i conti con perdite di acqua (e spese impreviste) quando – per esempio – la pavimentazione è stata già rinnovata.
  • Se è necessario cambiare i sanitari, bisogna subito comunicare all’impresa cui si affidano i lavori la preferenza per quelli sospesi o quelli a terra, in quanto gli interventi idraulici relativi alla loro predisposizione si differenziano molto.
  • Fondamentale è accertarsi che la ventilazione naturale sia sufficiente; in caso contrario consigliamo vivamente di ricorrere a un sistema di ventilazione controllata.


Se c’è la necessità di modificare la posizione delle prese elettriche, infine, è doveroso ricordarsi che per legge, fra queste ultime e la mezzeria del punto acqua deve esserci una distanza di almeno 60 cm.

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