I nostri consigli sui piatti doccia a filo pavimento

- 07 maggio 2020

3 piatti doccia a filo pavimento scelti per voi

Abbiamo selezionato per voi 3 piatti doccia a filo pavimento non solo di alta qualità, ma anche esteticamente di grande impatto.

Il primo è Tatami di Ceramica Flaminia, realizzato con elementi in ceramica e caratterizzato da una superficie antisdrucciolo. I vari moduli di cui è composto permettono di usufruire di un gradevole massaggio plantare. Versioni disponibili: cm 108 x 73, 143×73, 178×73. C’è anche la versione quadrata 73×73 cm. Abbiamo poi Forma, una proposta firmata Gruppo Geromin. Si tratta di un piatto doccia in resina finitura effetto pietra che garantisce elevate prestazioni tecniche, igiene e resistenza. Disponibile sia nella misure standard che fuori misura.

E concludiamo con Scona di Kaldewei Italia, piatto doccia rettangolare in acciaio smaltato a livello del pavimento. Per quanto riguarda l’estetica, la principale peculiarità è il contrasto fra la forma esterna con raggi acuti e i dettagli arrotondati nonché la lieve pendenza della superficie della doccia. La copertura dello scarico è circolare.

Quali sono i materiali più adatti

Piatti doccia filo pavimento: la scelta relativa ai materiali è più vasta di quanto si possa pensare. Vogliamo, però, elencare quelli più diffusi e che rappresentano un’assoluta garanzia in termini di prestazioni e qualità. Al primo posto mettiamo l’intramontabile ceramica: bella, resistente, facile da pulire, solida, durevole. Poi i seguenti:

  • Corian: materiale innovativo, resiste alla luce diretta del sole e mantiene il proprio colore inalterato nel tempo; non si scheggia se viene urtato e, comunque, eventuali lesioni si possono riparare con facilità e in tempi rapidi.
  • Poliuretano: garantisce un’ottima resa estetica, è “morbido”, antiscivolo, traspirante e assicura estrema resistenza. Non ci sono praticamente limiti per quanto concerne i colori.
  • Resina: vasta e variegata è la scelta relativa ai formati, ai colori, alle finiture. Questo materiale si graffia e danneggia difficilmente e, d’altro canto, ripararlo non è un lavoro complesso.
  • Acrilico: leggero e naturalmente antiscivolo, è anche solido e resistente. I piatti doccia possono essere di qualsiasi forma e conservano a lungo immutato il loro aspetto.


Sempre più utilizzato è inoltre l’acciaio smaltato, frutto dell’unione fra acciaio e vetro, due materiali naturali caratterizzati da un’estetica degna di nota. L’acciaio smaltato è sinonimo di un elevato grado di robustezza.

Pro e contro dei piatti a filo pavimento

Il piatto doccia a filo pavimento è uno dei trend del momento; come si può dedurre dal nome, si installa allo stesso livello della pavimentazione, di conseguenza non si creano interruzioni e anzi si ottiene un perfetto continuum che si traduce in un’estetica pulita, minimalista ed elegante. L’ingombro è inoltre ridotto, quindi l’ambiente sembra più spazioso.

Il piatto doccia di questo tipo è l’ideale per i bambini, gli anziani e più in generale per chi ha difficoltà motorie; non c’è, fra l’altro, il rischio di inciampare. Facendo il paragone con i box classici, le operazioni di pulizia risultano più agevoli. L’offerta in commercio è molto ampia e comprende anche modelli poco costosi nonché perfetti nel caso in cui si desideri sostituire la vasca con la doccia.

Per quanto riguarda gli svantaggi, c’è solo da far presente che non sempre è possibile optare per un piatto filo pavimento in quanto lo spessore del massetto può non essere sufficiente o non avere la giusta pendenza.

Molti temono che l’acqua comunque fuoriesca, ma questo è un mito da sfatare: se è vero infatti che non c’è alcuna struttura che possa contenere il getto, è anche vero che lo scarico risulta molto più ampio rispetto ai piatti doccia tradizionali; in questo modo l’acqua defluisce assai più velocemente e perciò non si formano ristagni.

Come si realizza un piatto doccia di questo tipo

L’installazione di un piatto doccia a filo pavimento inizia con la posa della canalina di scarico dell’acqua, la quale viene collocata al centro o su uno dei due lati e può essere in acciaio, in vetro oppure caratterizzata dallo stesso rivestimento scelto per la pavimentazione del bagno.

Successivamente si fora la mascherina superiore di chiusura per facilitarne non solo la pulizia, ma anche l’ispezione. Nella maggior parte dei casi dotata di piedini regolabili, la mascherina viene messa sul sottofondo e regolata sulla base della pendenza del massetto. Chi opta per un sifone orientabile collega più facilmente lo scarico verso la colonna portante.

Il massetto viene ricoperto con una guaina isolante; bisogna prestare attenzione a proposito degli angoli e degli spigoli che segnano l’incontro fra il pavimento e il muro. Proprio per queste zone particolari spesso si utilizzano fascette sigillanti o prodotti specifici impermeabilizzanti che proteggono il calcestruzzo sia pur senza perdere elasticità.

Lo step finale consiste nel posare le piastrelle sullo strato impermeabilizzante, facendo attenzione che giungano a ridosso della linguetta in acciaio sul bordo della canalina.