Come illuminare la cucina con le lampade a sospensione

- 04 dicembre 2019

Dove posizionare un lampadario in cucina

Premessa doverosa: c’è differenza fra lampadari e lampade a sospensione. I primi sono concepiti per illuminare tutto l’ambiente, nel nostro caso la cucina, e risultano molto stabili nonché piuttosto pesanti, caratterizzati da dimensioni importanti.

Le lampade a sospensione possono sì a loro volta emanare una luce diffuse, ma la loro efficacia e potenza in tal senso sono inferiori; questo il motivo per cui vengono scelte per illuminare piuttosto zone circoscritte della cucina, per esempio il tavolo da pranzo. Hanno il cavo più lungo e sono, nella maggior parte dei casi, caratterizzate da un peso molto ridotto rispetto a quello dei lampadari.

Fatto presente ciò, rispondiamo al quesito che pongono tanti lettori: dove va messo il lampadario della cucina? L’opzione più classica e diffusa coincide senza dubbio con il centro della stanza, anche in considerazione dell’impatto estetico dell’elemento in questione.

C’è chi, tuttavia, preferisce posizionarlo in corrispondenza del tavolo, dell’isola o della penisola. Ben venga, è anche una questione di gusti; suggeriamo, però, di accertarsi che l’effetto d’insieme non risulti “stonato”.

In foto vedete il lampadario Vertigo disegnato da Constance Guisset per Petite Friture: ha forme ampie e leggere, ricorda una libellula ma anche un abito da ballo, di quelli che si usavano un tempo. Sembra volteggiare nell’aria.

Quale stile scegliere per le lampade a sospensione da cucina

Lo stile della lampada per la cucina può tramutarsi in un dilemma di non poco conto: quali sono le scelte migliori, fino a che punto bisogna tener conto dello stile degli arredi? Proviamo a fare un po’ di chiarezza, anche con qualche esempio concreto.

Le lampade realizzate in vetro bianco opaco e caratterizzate da forme arrotondate sono perfette sia per le cucine arredate in stile moderno, sia per quelle contraddistinte invece da uno stile più tradizionale. La linea curva è infatti sinonimo di versatilità e lo stesso dicasi del materiale in questione, che tra l’altro dona luminosità facendo sembrare il locale più ampio.

Vi mostriamo un esempio interessante: la lampada Castore di Artemide: il diffusore sferico in vetro soffiato viene valorizzato dallo stelo in resina termoplastica luminoso, che a sua volta presenta un design morbido e affusolato. L’abbinamento, qua, è all’insegna del tono-su-tono.

Un altro jolly, sempre in considerazione degli abbinamenti con gli arredi della cucina, è il vetro colorato; al contrario di quello bianco o trasparente, introduce note di colore che rendono l’insieme più allegro e movimentato. Vince, quindi, il contrasto strategico.

Se la cucina è classica, e magari sono presenti anche arredi in legno rustico e grezzo, suggeriamo di optare per una lampada con diffusore ampio e bombato, possibilmente riconducibile allo stile retrò; una lampada che ricordi, in altre parole, quelle di un tempo.

Il metallo è il materiale a tal proposito più gettonato, ma si trovano facilmente anche prodotti realizzati con le più innovative materie plastiche: nella foto vedete Cloche di FontanaArte: il diffusore in polimero è ispirato a uno stampo per dolci, ma anche a una campana. Originale e divertente, Cloche è disponibile nei colori grigio chiaro, grigio scuro e giallo miele.

La cucina è minimalista ed essenziale? Allora potete installare più di una lampada a sospensione sottile e leggera oppure un modello di design che catturi l’attenzione con le sue forme importanti e irregolari.

Quest’ultima alternativa si rivela perfetta anche per le cucine in acciaio, dal look professionale, che sono molto eleganti e “autorevoli” ma in alcuni casi possono risultare un po’ fredde; proprio una lampada insolita, insieme a un tavolo in legno, rappresenta quell’elemento che stempera e porta calore.

Volete un esempio? Pubblichiamo allora la foto della lampada Respiro disegnata da Philippe Nigro per il marchio francese DCW éditions. In alluminio anodizzato, è concepita per dare un’idea di leggerezza e ricorda un po’ un libro semi aperto; il suo colore dorato cattura l’attenzione senza risultare eccessivo.

Errori da evitare nell’illuminazione della cucina

Illuminare la cucina nel modo corretto significa godere di un’ottimale e necessaria visibilità durante le attività relative alla preparazione dei pasti e al contempo avere la possibilità di rilassarsi quando arriva il momento di sedersi o tavola o concedersi un break. Ecco, quindi, gli errori da evitare:

  • Scegliere un’unica fonte di luce artificiale per l’intero ambiente: bisogna invece installare diversi punti luce a seconda delle zone in cui l’ambiente stesso si suddivide; il piano cottura e il piano lavoro richiedono un’illuminazione piuttosto intensa, mentre per l’area in cui si trovano il tavolo e le sedie è preferibile un’illuminazione più soft.
  • Non badare alla differenza fra luce diffusa e luce diretta: sono necessarie entrambe le opzioni.
  • Ritenere che la distanza fra la lampada e il soffitto e fra la lampada e il tavolo siano fattori di poca importanza.
  • Non badare alla proporzione fra le dimensioni della stanza e quelle della lampada: scegliere un modello molto più grande rispetto all’estensione della cucina, o al contrario molto più piccolo, significa ottenere un risultato poco gradevole dal punto di vista estetico e anche fare i conti con una scarsa funzionalità.
  • Non prendere neppure in considerazione le lampade dimmerabili: i modelli dotati di dimmer o regolatore elettronico permettono di regolare l’intensità della luce a seconda dei momenti e delle relative esigenze, quindi di incrementare il grado di praticità.


In foto una delle proposte della collezione Cluster di Karman, design Edmondo Testaguzza e Matteo Ugolini. Da un’unica base pendono più lampade, cioè i modelli Ginger, Mek, T-Black, Ceraunavolta a Makeup. Decisamente riuscito e originale è l’accostamento di materiali, dimensioni e stili differenti.

A quale altezza montare le lampade a sospensione in cucina

Per stabilire a quale altezza debba essere montata una lampada a sospensione in cucina, bisogna tener conto innanzi tutto dell’altezza del soffitto e dell’estensione del locale. In linea di massima, in una cucina di circa 20 metri quadri, con un soffitto di circa 30 metri, la lampada dovrebbe scendere dal soffitto di 80 cm come minimo.

Bisogna tenere presente anche il fatto, d’altra parte, che nella maggior parte dei casi la lampada a sospensione in cucina è destinata a illuminare il tavolo; fondamentale, quindi, è accertarsi che chi si siede intorno ad esso non venga infastidito dalla luce e al contempo goda di una perfetta visibilità. Necessario è anche evitare che si creino ombre.

La regola è installare la lampada a circa 90 cm dal piano del tavolo stesso e a 190-200 cm dal pavimento. Per i tavoli di lunghezza non superiore ai 2 metri è sufficiente una lampada sola, mentre nel caso di tavoli più lunghi suggeriamo di installare almeno due lampade in modo da ottenere un’illuminazione omogenea.

C’è un’altra regola, che a qualcuno può risultare più semplice: il diffusore deve essere collocato a un’altezza non inferiore a un quarto della distanza fra il soffitto e il pavimento. Chi possiede una cucina con isola centrale e utilizza quest’ultima come piano lavoro, tuttavia, potrebbe aver bisogno di posizionare la lampada a non più di 80 cm di distanza dal tavolo.

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