Come realizzare un impianto elettrico a norma

- 04 aprile 2018

Impianto elettrico a norma

L'impianto elettrico di una casa deve essere a norma per garantire a chi vi abita la sicurezza e il comfort necessari. Ecco i requisiti indispensabili perchè lo sia. La dichiarazione di conformità Per avere un impianto elettrico a norma, questo deve essere certificato dalla dichiarazione di conformità che è regolata dal Decreto Ministeriale 37/2008. Con il certificato di conformità il nostro impianto rispetta le caratteristiche richieste dal CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano). Il DM 37/2008 non impone di mettere a norma gli impianti esistenti prima dello stesso decreto (27 marzo del 2008), ma regola le procedure da attuare sui nuovi impianti e su eventuali modifiche a quelli già esistenti. La dichiarazione di conformità può essere rilasciata da persone abilitate ed iscritte al registro delle imprese. Questi professionisti sono tecnici i cui requisiti vengono verificati dalla Camera di Commercio. La dichiarazione di conformità è, quindi, un documento che certifica che il vostro impianto sia a norma di legge. Il professionista che la rilascia, si assume la responsabilità di quanto dichiarato nello stesso documento. Gli impianti precedenti al DM 37/2008 devono essere conformi alle discipline che li regolavano e, qualora il proprietario abbia smarrito il certificato di conformità, può richiedere il DIRI (Dichiarazione di Rispondenza) che può essere rilasciata da un impiantista oppure dal tecnico di un'impresa abilitata (entrambi con una esperienza di 5 anni).

Requisiti per un impianto elettrico a norma

Vediamo quali sono gli elementi fondamentali per ottenere la dichiarazione di conformità nelle abitazioni e quindi per avere un impianto elettrico a norma. Secondo il DM 37/2008, nell'impianto elettrico non possono mettere mano le persone non competenti e non è ammesso il “fai da te”. Per questi casi sono previste sanzioni amministrative fino a 10.000,00 euro e anche, nel caso che un guasto crei dei danni a terzi, sanzioni penali per chi ha eseguito il lavoro e per chi lo ha reclutato. I tecnici competenti devono lavorare per conto di un'impresa correttamente registrata per la certificazione di conformità. Un impianto a norma deve necessariamente avere il salvavita. Questo strumento, chiamato anche interruttore differenziale, protegge le persone e le abitazioni da incendi e scosse elettriche. In caso di folgorazione e dispersione elettrica il salvavita entra in funzione bloccando l'emissione di energia. Ne esistono diversi tipi. Altra caratteristica di un impianto a norma è l'interruttore magnetotermico, in cui la parte magnetica protegge le persone dal cortocircuito mentre la parte termica dalla sovracorrente. La protezione è un'altra caratteristica di cui necessità un impianto che rispetta il DM 37/2008. La struttura dev'essere protetta dalle caratteristiche che l'ambiente circostante presenta, come il sole, l'umidità, la polvere. Quindi dev'essere protetto da contatti diretti ed indiretti. Le parti attive dell'impianto devo essere correttamente isolate e bisogna sostituire gli elementi prima del loro malfunzionamento. Anche i cavi comportano l'idoneità dell'impianto o meno. Questi varieranno in base alla potenza erogata nell'abitazione. Bisogna poi regolare l'afflusso di energia suddividendo l'impianto. Con la suddivisione dell'impianto, in caso di un qualsiasi problema, è possibile isolare la parte che non funziona bene. Se vi è un incendio per cortocircuito, ad esempio, possiamo isolare la parte dove si è scatenato il corto dato che l'impianto è suddiviso. Non può mancare la messa a terra, chiamata anche messa a massa, è il dispositivo che consente di disperdere a terra l'energia elettrica che fuoriesce dall'impianto. Per funzionare correttamente dev'essere affiancato dal salvavita (e vediamo che entrambi sono elementi indispensabili per la certificazione).

Impianto elettrico certificazione

I proprietari degli alloggi, con impianto elettrico a norma, che desiderano apportare delle modifiche all'impianto elettrico si devono avvalere sempre di un'impresa iscritta regolarmente alla Camera di Commercio e quindi in grado di rilasciare il certificato di conformità. A lavoro eseguito, ed entro e non oltre i 30 giorni, il documento in questione va presentato al comune di appartenenza che a sua volta lo girerà alla Camera di Commercio. Nel documento verrà specificato come l'impianto è stato creato, che materiali sono stati utilizzati, la sua ubicazione e i richiami normativi. Vi si allegherà poi: il progetto dell'impianto, la relazione tipologica e il certificato che attesta l'iscrizione dell'azienda alla Camera di Commercio. Senza la dichiarazione di conformità, non possiamo ottenere il certificato di agibilità, documento che certifica la condizione degli impianti elettrici e termoidraulici delle abitazioni, assieme alla loro sicurezza, igiene e risparmio energetico. Ma la dichiarazione di conformità è anche essenziale per la richiesta di nuovi allacci di luce, gas e acqua. L'ente che si occupa delle utenze non effettuerà il lavoro senza una copia del certificato. In caso di vendita della casa, non è indispensabile allegare la dichiarazione di conformità al rogito. Per quanto riguarda gli impianti industriali la legge esige delle sicurezze maggiori, specialmente per gli ambienti a rischio. Un impianto che supera i controlli necessari per la dichiarazione di conformità non solo è un impianto sicuro, ma è anche un impianto con una sistema di energia efficiente, che non porta a sprechi inutili e di conseguenza a spiacevoli sorprese nella bolletta.

Come progettare un impianto elettrico

Una volta stabilito quali sono le normative di riferimento e quali devono essere i requisiti fondamentali per avere un impianto sicuro ed efficiente, è necessario rivolgersi a personale qualificato per la sua realizzazione; questo, però , non vuol dire, che ognuno di noi, non può pensare a come progettare l'impianto elettrico della propria casa. Questo perchè è fondamentale capire quali sono le proprie esigenze in modo da poter posizionare in maniera adeguata le prese elettriche e i diversi punti luce. Per questo motivo è indispensabile capire quale sia la disposizione che vorremmo dare al nostro arredamento. Se la casa è di nuova costruzione dovremo pensare a come fare per rendere l'ambiente bello, elegante e funzionale; se si parla di una ristrutturazione potremo far riferimento alla vecchia disposizione e decidere quali dovranno essere i cambiamenti e le migliorie per dare unostile più pratico e moderno a tutta la casa.

Come fare un impianto elettrico

Per avere a disposizione tutto quello che serve per la corretta fruizione di tutti gli ambienti, è fondamentale progettare e realizzare degli impianti elettrici che siano completi e sicuri. Per progettare l'impianto è fondamentale stabilire in anticipo quale sarà la disposizione degli arredi e, di conseguenza, quali saranno le prese elettriche necessarie e la loro collocazione. Altro punto importante, è quello di considerare con attenzione la disposizione dei punti luce, con un progetto che miri ad avere elementi d'illuminazione puntuali per un'illuminazione diffusa, in grado di allestire un ambiente confortevole e piacevole da vivere. Vanno stabilite con attenzione anche le differenti zone da controllare con interruttori magnetotermici separati, così da poter isolare una determinata zona della casa, in caso di guasto, senza bisogno di staccare l'elettricità in tutta la casa. Per la realizzazione degli impianti, poi, è fondamentale rivolgersi a personale qualificato che possa rilasciare le necessarie certificazioni.

Impianto elettrico domestico

Come ribadito in più occasioni, per avere un impianto elettrico a norma che risulti sicuro e che non comporti pericolo per i fruitori è fondamentale rivolgersi a personale qualificato che sia in grado di eseguire un impianto che possa avere il certificato di conformità. L'impianto elettrico, infatti, se mal progettato e realizzato può essere fonte di incidenti molto pericolosi con conseguenze gravi; per questo non ci si deve mai improvvisare esperti nel lavorare all'impianto. questo non vuol dire, però, che non sia possibile intervenire con sicurezza nel caso in cui ci siano piccoli difetti o problemi da sistemare, come, ad esempio, una presa o un interruttore da sostituire. La cosa fondamentale è sempre quella di staccare l'interruttore generale, per togliere la tensione in ogni punto dell'impianto così da poter lavorare in tranquillità. Nel video potrete trovare alcuni validi consigli su come operazione in sicurezza sui problemi più comuni dell'impianto elettrico domestico.

Impianti elettrici a norma

La normativa di riferimento per quanto riguarda gli impianti elettrici civili è la CEI 64-8, il cui ultimo aggiornamento risale al settembre 2016. Il Comitato Elettrotecnico Italiano è un organismo super partes che opera sia sul territorio italiano che nell’ambito di quello europeo per definire le norme relative agli standard di impiantistica, alla sicurezza, alla riduzione dei consumi, all’efficientamento energetico, sia per nuovi edifici che per interventi di recupero e di riqualificazione. La revisione del 2016 individua alcuni parametri specifici per l’efficientamento energetico negli impianti elettrici a bassa tensione. Vengono presi in considerazione quattro settori di intervento: abitazioni, edifici commerciali, edifici industriali e infrastrutture. Per quanto riguarda impianti elettrici a livello residenziale, viene introdotto il concetto di prestazioni minime obbligatorie, richieste nel caso in cui si voglia ottenere una certificazione secondo tre standard. Il cittadino può cioè richiedere, prima dell’inizio dei lavori, uno specifico dimensionamento dell’impianto all’interno di tre livelli prestazionali; le dotazioni minime relative ai punti presa e punti luce si definiscono suddividendo l’abitazione in base ai vani e al rischio legato presenza di liquidi o alla concentrazione di elettrodomestici. La messa a norma si traduce quindi in un Livello Base, in un Livello Standard e in un Livello Domotico. Il Livello Base si traduce in un numero minimo di punti luce e punti presa e un numero minimo di circuiti installati, che varia a seconda della superficie di una casa e soprattutto in base ai differenti locali interessati. In linea di massima, le prese principali devono essere sempre collocate nei pressi della porta di accesso e gli altri punti presa distribuiti lungo le pareti in modo da non disturbare rispetto al posizionamento della mobilia. Nel bagno e nella cucina si devono posizionare almeno due punti presa e due punti luce. Nella stanza d’ingresso e nei corridoi sono previsti almeno un punto luce e un punto presa. Lo stesso vale per gli spazi esterni più ampi di 10 metri quadrati, e in tal caso occorre inoltre installare apparecchiatura provvista di certificazione IP per garantire sicurezza anche al contatto con umidità e liquidi. Il livello 2 prevede il medesimo numero di punti luce e punti presa del livello 1, con l’aggiunta di un apposito sistema che sia in grado di scollegarne alcuni in caso di superamento di determinate soglie. Il livello 3 comporta l’aggiunta della domotica e quindi dei seguenti elementi: impianto di sorveglianza antintrusione; controllo dei carichi; gestione della temperatura; automazione di serrande; remote control via mobile; impianto hi-fi diffuso; sistema rilevazione fumi e/o gas.

Impianto elettrico casa

L’installazione di un nuovo impianto elettrico o l’integrazione o la modifica di un impianto già esistente comporta diversi interventi: la mappatura delle tracce, cioè l’indicazione dei punti da scavare sui muri; la chiusura delle tracce e il ripristino delle superfici murarie; il posizionamento delle cassette e delle scatole portafrutti; la collocazione dei tubi a protezione dei cavi e il passaggio di questi ultimi; la scanalatura, cioè l’esecuzione delle tracce nella muratura per consentire il passaggio dei cavi; il collegamento degli apparecchi e il cablaggio delle cassette di derivazione. Al di là di ciò, chi si appresta a far installare un impianto elettrico ex novo dovrebbe prima farsi un’idea chiara dell’arredamento, del numero e della collocazione di apparecchi vari (elettrodomestici, ma anche computer), perché soltanto in questo modo si può procedere con una corretta distribuzione dei punti presa. La normativa riguardante gli impianti elettrici casa prevede per ognuno dei tre livelli di impianto un numero minimo di punti presa, luce e circuiti che varia in base agli ambienti; l’obiettivo è garantirne la massima funzionalità. Si tenga presente che, una volta installato l’impianto, è difficile modificarne le caratteristiche senza intervenire sulla struttura. Un crescente numero di persone, proprio per questo motivo, fin dall’inizio sceglie un impianto domotico di base, che ha costi contenuti ed è molto flessibile, e predispone tramite semplici tubi le funzioni che potranno tornare utili in un momento successivo, per esempio la motorizzazione dei serramenti. Nel caso in cui si decida di acquistare un’abitazione appena costruita, si ricordi di farsi mostrare la “Dichiarazione di conformità” dell’impianto, che indica il livello implementato e dimostra l’essere a norma. Non c’è l’obbligo di allegare la certificazione relativa alla conformità degli impianti domestici al rogito, tuttavia essa risulta indispensabile per ottenere il certificato di abitabilità e agibilità della casa.

Impianto elettrico domestico

Non rispettare la normativa vigente relativa agli impianti elettrici significa far aumentare le probabilità di dispersione elettrica, scosse, cortocircuiti, addirittura incendi. E’ fondamentale quindi rivolgersi a un esperto che verifichi il centralino e valuti gli eventuali elementi mancanti, per esempio salvavita e messa a terra. Se l’esperto rileva difformità è necessario mettere in regola l’impianto il primo possibile e sempre affidandosi a professionisti certificati. Nel caso in cui l’impianto risulti obsoleto, ovvero abbia più di quindici anni, o non del tutto sicuro, bisogna installarne uno nuovo sulla base di quanto stabilito dalla legge. E’ inoltre necessario far controllare l’impianto almeno ogni cinque anni, mentre in modo del tutto autonomo è possibile fare verifiche periodiche relative all’interruttore differenziale: basta premere il tasto T, se scatta e la corrente si interrompe vuole dire che funziona in modo corretto, altrimenti va sostituito perché l’impianto non è adeguatamente protetto. Ricordiamo che per la riparazione e la messa a norma degli impianti elettrici non sicuri è possibile usufruire di uno sgravio fiscale pari al cinquanta per cento. In altre parole, si possono detrarre dall’Irpef tutte le spese sostenute per gli interventi in singole unità abitative e negli spazi comuni condominiali, fino a un massimo di 96.000 euro. La norma vigente dà inoltre indicazioni precise per cautelarsi, ponendo l’accento sulle precauzioni particolari da prendere nel bagno: la presenza di acqua rende questo ambiente della casa potenzialmente molto pericoloso ed è per questo che sono state definite le zone a rischio; l’attenzione deve salire soprattutto quando ci si avvicina alla vasca e/o alla doccia. In cucina, invece, nonostante la presenza di acqua è sufficiente fare attenzione e seguire alcune regole che sono ormai entrate nella prassi pur non rappresentando un obbligo: le prese devono essere collocate a 60 cm dalla mezzeria del rubinetto dell’acqua e da quella del piano cottura. Per proteggere i bambini sono state realizzate apposite placche dotate di dispositivi di chiusura oppure si possono usare particolari spinotti.

Qual è il costo del certificato di conformità dell’impianto elettrico

Il certificato di conformità dell’impianto elettrico è un documento molto importante e in alcuni casi anche obbligatorio. Questo ha prezzi molto variabili, che dipendono da diversi fattori, vediamo insieme quali.
Il costo del certificato di conformità dell’impianto elettrico è:

  • pari a zero se si tratta di un nuovo impianto o di una messa a norma di un impianto elettrico esistente eseguita durante lavori di ristrutturazione. Questo documento deve essere emesso dalla stessa ditta che ha eseguito le opere;
  • oscillante tra 200,00 e 300,00 euro se viene sottoscritto da un professionista o un’impresa appositamente chiamato/a a certificare un impianto già esistente;
  • superiore a 300,00 euro se l’impianto elettrico necessita di adeguamenti.

Esistono poi altre variabili che fanno lievitare il prezzo del certificato di conformità dell’impianto elettrico, come: l’estensione e la complessità dell’impianto, le speciali richieste del tecnico o della ditta, il tipo di adeguamento che l’impianto esistente deve subire. Affidatevi quindi ad un professionista di fiducia e confrontate più preventivi per trovare quello a voi più adatto.

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