Barbecue gas: come funziona, quale scegliere

- 10 aprile 2016

Barbecue a gas

Arriva la stagione calda, torna la possibilità di trascorrere il tempo libero in giardino, nel terrazzo, a bordo piscina. Torna la voglia di pranzare e cenare all’aria aperta, organizzare grigliate con gli amici e divertirsi insieme. Il barbecue, dunque, è d’obbligo. E il barbecue gas resta in cima alle preferenze, perché rispetto a quello classico a carbone richiede una manutenzione più semplice e veloce e consente di cucinare i cibi in diversi modi. E’ anche possibile regolare l’intensità del calore, dunque evitare che la carne – per esempio – diventi troppo asciutta e stopposa. Poiché non c’è alcuna fiamma da gestire, inoltre, il barbecue a gas risulta particolarmente adatto a chi è alle prime armi e le proprietà del combustibile stesso non richiedono un’assistenza continua durante la cottura degli alimenti. Nel corso del tempo il livello di sicurezza si è alzato, dunque eventuali timori ormai risultano del tutto ingiustificati. Generalmente il barbecue a gas è costituito da una sorta di vasca di dimensioni variabili e realizzata con materiali refrattari e resistenti alle alte temperature: la ghisa e l’acciaio sono i più gettonati. La vasca può avere il coperto o meno, nel primo caso si riducono ulteriormente i tempi di cottura. Essa contiene la brace e la griglia. Il processo di combustione avviene mediante un sistema tecnologico che libera il gas, lo brucia e ne trasmette il calore a un sistema di diffusione. Sotto la vasca può anche essere collocato un mobiletto, sicuramente una comodità. E c’è una parte del tubo di gomma al quale occorre collegare la bombola. In foto, Spirit Classic E-320 Black di Weber: potenza in kW/h 9.36, braciere in ghisa di alluminio, griglia di cottura in acciaio smaltato, vaschetta raccogli grasso, rotelle orientabili con sistema di blocco, ripiano inferiore.

Barbecue gas portatile

I barbecue gas portatili sono perfetti per chi ama fare picnic oppure non è avvezzo alle cose troppo elaborate. Apparecchi assai pratici, si accendono subito (come nel caso dei “fratelli maggiori”, è sufficiente schiacciare un pulsante o girare la manopola) e presto raggiungono la temperatura giusta per cuocere i cibi. I bruciatori, inoltre, permettono di preparare cibi diversi contemporaneamente. Alcuni modelli sono dotati di coperchi e dunque diventano anche una sorta di fornetti. I barbecue a gas portatili inoltre si puliscono e si chiudono in un batter d’occhio. Alcuni consigli molto utili: ricordarsi di montare la griglia su una superficie piana e di farla raffreddare prima di smontarla e metterla in macchina; ricordarsi anche di controllare periodicamente il livello della riserva di gas per non ritrovarsi all’improvviso sprovvisti di alimentazione. In foto, il barbecue portatile TravelQ™ 285 di Napoleon. Caratteristiche: 3.5 kWs, 2 bruciatori, superficie totale di cottura 1838 cm², coperchio in acciaio premium. Si può abbinare a un pratico carrello pieghevole.

Barbecue gas e carbonella

Barbecue gas o a carbonella? Per molti, la scelta è ardua. Come abbiamo detto, i primi sono molto pratici, garantiscono tempi di cottura ridotti e sono alla portata anche dei meno esperti. I barbecue a carbonella, invece, devono essere preriscaldati e sono più difficili da pulire, così come è più difficile mantenere una cottura costante. Però costano meno e diciamolo: accendere il fuoco è un’attività che può dare grandi soddisfazioni. Insomma, la scelta non è poi così immediata. Però c’è chi ha avuto e concretizzato un’idea molto interessante: un barbecue dal doppio volto. Ovvero che funziona sia a gas che a carbonella, si può scegliere sul momento. Stiamo parlando di One, barbecue firmato Sunday (nella foto). Realizzato in granulato di marmo Bianco Carrara, con la base in pietra ricostituita grigia. Equipaggiato di serie con un grill gas a due fuochi, griglia biologica in acciaio inox, braciere smaltato con raccogli grassi per la cottura a gas e porta carbonella.

Barbecue gas senza fumo

Partiamo da alcuni presupposti. Per lungo tempo, ovvero fino a quando sono esistiti soltanto i modelli a carbone e a legna, il barbecue è stato sinonimo anche di “fumo”. Poi hanno fatto il loro ingresso sul mercato i barbecue gas, quelli elettrici e quelli alimentati con la legna ecologica e la situazione è mutata nettamente. Queste tipologie, proprio per i meccanismi su cui si basano, hanno ridotto al minimo l’emissione di fumo. Al minimo, appunto. Perché resta il fatto che, durante la cottura, un po’ di fumo è comunque da mettere in conto. A meno che non si tratti di barbecue caratterizzati da sistemi ad hoc come quelli appartenenti alla gamma RBS di Campingaz. Una tecnologia avanzata che si traduce in un’ottima distribuzione del calore sulla superficie di cottura e una cucina senza fiammate e senza fumi. Il sistema Culinary Modular System, inoltre, permette di inserire nell’apposito alloggio una pietra per pizza, un wok e altri accessori (venduti però separatamente). Le manopole sono retroilluminate. E il design non passa certamente inosservato.

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