- 27 agosto 2019

I fattori in base a cui variano i costi di un impianto di riscaldamento a pavimento

Il riscaldamento a pavimento, definito anche riscaldamento con pannelli radianti e/o riscaldamento radiante, rappresenta una moderna ed efficace soluzione per riscaldare gli ambienti domestici. Funziona sulla base del principio di irraggiamento e non per convenzione come i tradizionali termosifoni.

L’impianto in questione è composto da tubi che vengono installati sotto il pavimento all’interno dei quali scorre acqua riscaldata a una temperatura relativamente bassa (siamo sui 30-40 gradi); sopra tali tubi si mettono dei pannelli isolanti.

Il calore sprigionato sale verso l’alto in modo perfettamente omogeneo, garantendo così il massimo comfort abitativo, non soltanto per il tepore presente in tutta la casa, ma anche perché è possibile camminare scalzi senza alcun disagio, anche in inverno, e far giocare tranquillamente i bambini seduti per terra.

I costi per la realizzazione di un pavimento radiante variano in base a diversi fattori, quali:

  • L’estensione della superficie.
  • I materiali da utilizzare.
  • La località in cui si trova l’abitazione (nel Nord Italia la spesa è superiore rispetto al Centro e al Sud, ma la cifre possono cambiare anche a seconda della città).
  • I componenti necessari (ad esempio il numero di serpentine). Gli oneri di progettazione.


In linea di massima, comunque, occorrono fra i 60 e i 100 euro al mq, ma bisogna mettere in conto anche l’eventuale acquisto di una caldaia a condensazione (1.500-2.000 euro) o di una pompa di calore. Sempre più spesso, lo facciamo presente, gli utenti scelgono di collegare i tubi del riscaldamento radiante a un impianto fotovoltaico o solare termico. Come scopriremo più avanti, d’altra parte, è possibile usufruire di interessanti agevolazioni fiscali.

Quali sono i prezzi dell'impianto di riscaldamento a pavimento ad acqua

Come spiegato nel paragrafo precedente, nella maggior parte dei casi il sistema di riscaldamento a pavimento è ad acqua. Quest’ultima viene riscaldata da una caldaia - o per mezzo di altre soluzioni meno tradizionali - e scorrendo lungo i tubi riesce poi a riscaldare tutto l’ambiente in modo omogeneo.

Il prezzo totale per un impianto di riscaldamento a pavimento ad acqua, lo ribadiamo, varia dai 60 ai 100 euro al mq; in linea di massima possiamo affermare che arrivando a 70-80 euro al mq si ha una solida garanzia sulla qualità e sulle prestazioni.

Facciamo anche presente, d’altra parte, che esistono impianti ad acqua anche molto economici, ovvero realizzati con pannelli bugnati, per i quali l’investimento complessivo (comprensivo, quindi, anche di manodopera) si assesta sui 30-40 euro al mq.

Quanto costa un impianto riscaldamento a pavimento elettrico

La versione più moderna, e sempre più apprezzata, del riscaldamento a pavimento funziona tramite elettricità. Rispetto a un impianto ad acqua, l’impianto di riscaldamento a pavimento elettrico risulta molto più economico. Perché? Ve lo spieghiamo subito.

Innanzi tutto costa meno l’installazione, perché molto rapida e non particolarmente invasiva. In secondo luogo, se alcuni elementi si danneggiano col tempo, è possibile sostituirli senza affrontare le fastidiose e onerose perdite di acqua. Inoltre questo tipo di impianto non necessita di caldaia e può essere installato anche solo in determinate stanze.

Per quanto riguarda l’installazione, l’impianto riscaldamento a pavimento elettrico ha un costo medio pari a 40 euro al metro quadro; se però se ne sceglie uno di ultima generazione, ovvero a infrarossi a fibra di carbonio, si arriva anche a 80 euro al metro quadro. I materiali, quindi, incidono fortemente sul prezzo finale. E per andare un po’ più nel dettaglio, si precisa che la posa in opera costa circa 15 euro al mq.

Le detrazioni per un impianto di riscaldamento a pavimento

L’installazione di un impianto di riscaldamento a pavimento rientra fra gli interventi finalizzati al miglioramento della prestazione energetica dell’immobile, per cui è possibile innanzi tutto richiedere il cosiddetto Ecobonus.

Se l’installazione è parziale, cioè se si sostituisce il sistema di emissione ma non il generatore, la detrazione è pari al 50 per cento; se invece è totale, ovvero completata da una caldaia a condensazione o una pompa di calore, la percentuale raggiunge il 65 per cento. Si tenga anche presente che c’è una detrazione del 50 per cento in riferimento alle spese sostenuta dal primo gennaio 2018 per la sostituzione di sistemi di condizionamento invernali alimentati mediante caldaia a condensazione e classe di efficienza energetica pari almeno alla classe A, mentre sono esclusi dalle agevolazioni gli stessi sistemi, ma con classe inferiore alla A.

Gli utenti sappiano anche che per richiedere la detrazioni occorre presentare una certificazione tecnica rilasciata da un esperto che dia indicazioni precise circa l’effettivo rendimento dell’immobile. In altre parole, non si considera tanto il tipo di lavoro eseguito, quanto la classe energetica raggiunta.

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