Aggiornamento sulla normativa impianti elettrici civili

- 02 settembre 2014

I componenti

Un buon impianto elettrico è costituito da alcuni componenti essenziali per il funzionamento del circuito stesso e da una dotazione che muta secondo la dimensione della casa. Per gli impianti elettrici nuovi la normativa impianti elettrici civili Cei 64-8 (www.ceiweb.it/it/) stabilisce tre livelli qualitativi, a partire dal centralino, il quale è più grande rispetto ai vecchi modelli e deve possedere un interruttore generale e almeno due di quelli differenziali. Il numero di linee varia invece in base alla metratura della residenza e dal livello di impianto adottato. Un impianto elettrico è composto anche da prese per l’attacco dei vari elettrodomestici, interruttori semplici o composti per controllare i punti luce, un sistema di messa a terra dell’impianto nella sua totalità. A partire dal quadro, l’impianto elettrico di un appartamento viene suddiviso in tre “circuiti”: a 16 Ampere per le prese, a 10 Ampere per le luci e un circuito per l’alimentazione, a 12V per i circuiti di chiamata (come ad esempio gli allarmi sonori).

I livelli di dotazione

La normativa impianti elettrici civili Cei 64-8 ha introdotto una classificazione dell’impianto elettrico che include tre livelli in base alla dotazione e agli standard di comfort. Il Ilivello 1 corrisponde allo standard minimo, secondo il quale i punti presa devono essere distribuiti in modo uniforme lungo le pareti e non dove è più comodo all’installatore o, peggio, dove si suppone vengano ubicati i mobili. Nel locale bagno vengono richiesti almeno 2 punti presa, a prescindere dal livello dell’impianto); per quanto concerne la cucina, vengono stabiliti dei valori minimi di punti presa da porre all’altezza del top. Il livello 2 o standard intermedio, prevede tutti gli standard del livello 1; però, per accedere a tale livello, oltre alle quantità di punti di utilizzo, che chiaramente sono superiori al livello è necessario installare un sistema di controllo dei carichi; a questo dispositivo devono essere associati uno o più relè di potenza,che avranno la funzione di disconnettere carichi non prioritari in caso di superamento della soglia prefissata; questo sistema permette di evitare distacchi fastidiosi della linea principale, derivati da eccessiva richiesta di potenza. Infine il livello 3 corrisponde a uno standard elevato il quale prevede dotazioni impiantistiche elevate e innovative, con l’impiego della domotica.

Costo impianto elettrico

In linea di massima, per un impianto elettrico si spendono circa cinquanta/sessanta euro per ogni punto luce installato. Ad esempio in un appartamento medio di 90 mq, con all’interno circa 60 punti luce, l’importo complessivo può dunque essere stimato in 3.000/3.600 euro, Iva esclusa. Nella cifra sono compresi i materiali, le scatole, i tubi corrugati, i quadri elettrici, la manodopera e l’utile per l’impresa. Per potenze superiori a 6kW è obbligatorio il progetto realizzato da un professionista abilitato e iscritto ad apposito albo, come un architetto o un ingegnere.
Pertanto nel costo dell’impianto elettrico occorre tener presente anche l’importo del progetto. Inoltre in impianti elettrici più avanzati occorre considerare l’integrazione della rete dati, fondamentale per l’utilizzo della domotica.

Novità normativa impianti elettrici civili

Come abbiamo visto l’impianto elettrico è composto da una serie di componenti fondamentali per il funzionamento del circuito stesso e da una dotazione che varia secondo l’ampiezza della casa. Per gli impianti elettrici nuovi la normativa definisce tre livelli qualitativi. Come già accennato si tratta della norma Cei 64-8 (www.ceiweb.it/it/) e dalla variante V3 del 2011 alla norma stessa. Con questa variante vengono dettate le regole precise sui limiti minimi prestazionali degli impianti elettrici per le nuove installazioni. Il primo aspetto da segnalare è che la potenza contrattuale impegnata, fornita al privato dall’azienda elettrica prescelta, è diversificata in base alla superficie della casa: 3 kW (valore minimo per superfici fino a 75 mq) e 6 kW (valore minimo per superfici oltre i 75 mq). Ovviamente non è detto che l’utente debba impegnare i valori indicati, però l’impianto elettrico deve essere predisposto per accettare almeno queste potenze. Per quanto riguarda invece gli impianti elettrici esistenti, in genere dimensionati per 3 kW di potenza impegnata secondo la vecchia prassi, nel caso ci sia un utilizzo superiore di energia elettrica all’interno dello spazio domestico si può aumentare l’utenza da 3kW a 4,5 kW o addirittura a 6 kW, effettuando una richiesta al gestore.

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