Come riconoscere e combattere i tarli del legno

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- 15 aprile 2019

Come riconoscere i tarli del legno

I tarli del legno sono insetti piccoli ma deleteri, capaci di causare danni anche irrimediabili. Ne esistono diverse tipologie, alcune sono dotate di ali anche se tendono a restare sempre vicino al terreno. In tutti i casi, i tarli del legno si nutrono delle parti interne del legno creando una serie fittissima di cunicoli.

Se si tratta di mobili e complementi di arredo, il problema è principalmente economico ed estetico; ma quando questi diabolici insetti attaccano elementi strutturali della casa, per esempio le travi, il pericolo è grande. Che fare, dunque? Innanzi tutto bisogna imparare a identificare la loro presenza.

Il tarlo in sé non si può riconoscere a occhio nudo, è davvero troppo piccolo. Le sue tracce, di contro, risultano molto chiare: se notate dei forellini sulle superfici in legno, se intorno a questi fori c’è del rosume (ci sono, cioè, mucchi di polvere di legno finissima), se avvertite uno strano rumore proveniente proprio dall’interno del legno vuole dire che sì, ci sono i tarli in azione.

In molti casi, poi, si trovano le carcasse degli esemplari adulti a terra, con la “pancia” in su, proprio accanto ai mobili o sul pavimento, in corrispondenza delle travi; segno che hanno terminato il loro ciclo, certo, ma anche la loro temibile opera. E che hanno già deposto le uova.

L’inconfondibile rumore dei tarli del legno

Nel paragrafo precedente abbiamo accennato al rumore prodotto dai tarli del legno; vediamo adesso di approfondire la questione. Si sente quasi esclusivamente nel cuore della notte ed è molto simile a un ticchettio. Bisogna mettere in chiaro che non tutti i tarli emettono rumori, ma soltanto due tipologie: quelli appartenenti alla famiglia dei Cerambicidi e quelli appartenenti alla famiglia degli Anobidi (in foto).

Il rumore causato dai primi deriva semplicemente dal rosicchiamento/: l’insetto, cioè, si nutre delle parti in legno e al contempo scava le piccole gallerie, portando avanti l’infestazione. Il rumore ritmico prodotto dal tarlo della famiglia degli Anobidi, detto anche Orologio della morte, è invece un richiamo sessuale. L’insetto, più precisamente, sbatte la testa contro le pareti in legno a intervalli regolari per richiamare le femmine.

In entrambi i casi, comunque, ci sono poi le fasi dell’accoppiamento e della deposizione delle uova, dalle quali usciranno altre larve che porteranno avanti il lavoro di erosione del legno.

Tarli del legno: come eliminarli?

Non rallegratevi se trovate dei tarli morti in casa: non significa che l’attacco è finito, ma anzi che l’infestazione è nel pieno e che gli insetti si stanno riproducendo a spron battuto. L’unico modo per fermarli coincide con un trattamento antitarlo e con l’eliminazione sia degli insetti che dei focolari.

Per risparmiare tempo e fatica, e soprattutto per avere la certezza di un risultato definitivo, è meglio affidarsi a ditte specializzate nella disinfestazione, che operano tramite metodi collaudati. Uno di questi, per esempio, consiste nel montaggio a domicilio di un pallone in PVC: si mettono i mobili colpiti dai tarli all’interno, si fa il vuoto e si immette anidride carbonica fino a saturazione. Poi si lascia tutto così, a temperatura controllata, per circa due settimane.

Se i tarli hanno invece attaccato il parquet o le travi, generalmente si utilizza un emettitore di microonde (in foto un esempio) capace di alzare la temperatura del legno fino 75 gradi circa: gli insetti, così, muoiono all’istante. Si tratta di un sistema ecologico al 100 per cento, che non lascia residui e non crea alcun problema agli esseri umani.

Trattamento fai da te contro i tarli del legno

Preferite fare ricorso a rimedi naturali nella lotta ai tarli del legno? Provate innanzi tutto con l’olio essenziale di cedro giapponese: in una ciotola mescolatene 10 ml con altrettanti di vodka e 5 ml di acqua, quindi applicate il composto sui mobili utilizzando batuffoli di cotone. Potete anche lasciare qualche batuffolo imbevuto all’interno di armadi e cassetti.

Un altro vecchio metodo casalingo consiste nello strofinare pezzi di aglio sulle superfici dei mobili, per poi coprire questi ultimi con cellophane e lasciarli così per una settimana circa. Trascorso questo tempo, è opportuno far prendere aria ai mobili in questione.

E ancora, consigliamo di mettere nei mobili da trattare dei pezzetti di legno di cipresso, dopo averli cosparsi di oli essenziali di zafferano e di cedro.

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